8 maggio 2011

Un paio di libri che ho "non letto"

Sono rimasto senza letture e così, rovistando nella mia "biblioteca" ho trovato 2 libri che mi avevano regalato ma non avevo ancora letto. Tra l'altro 2 libri conosciuti, e credo anche famosi.
Così ho iniziato il primo.


E' "La versione di Barney" di Mordecai Richler. Quando leggo un libro, anche se all'inizio non mi dice granché, gli do sempre almeno una cinquantina di pagine di "chance" per catturare la mia attenzione: ma questo niente! Non capisco. Un tizio che racconta la sua vita, le sue varie beghe, a tratti anche divertenti certo, ma non sono proprio riuscito a proseguire oltre le fatidiche prime 50 pagine: non mi dava niente! Forse, anzi sicuramente, sono io che in questo momento ho bisogno di qualcosa di contenuti un po' più profondi, o forse semplicemente non l'ho capito. Fatto sta che l'ho abbandonato in una angolo della mia libreria. Magari lo riscoprirò tra qualche anno, o qualcuno mi illuminerà sulla profondità degli argomenti che io non ho percepito...


Il secondo libro era "La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano. Qui non sono riuscito ad arrivare nemmeno alla pagina 50. Ho letto solo le prime 2 storie, arrivando a pagina 35. Storie tristi di bambini che finiscono male! Eppure mi pare sia un libro famoso, che ha vinto anche qualche premio! Forse avrei dovuto continuare a leggerlo, forse dopo ne avrei compreso le motivazioni e le profonde riflessioni... ma la tristezza che mi hanno trasmesso le prime pagine mi ha impedito di continuare: deprimente. Spero anche qui che qualcuno mi convinca del contrario...

1 commento:

  1. Ho letto "La solitudine dei numeri primi". Oltre che immensamente triste, io l'ho trovato agghiacciante. Le storie narrate all'inizio del libro, quando i protagnisti sono banbini, sono le motivazioni di loro scelte futre ... più che scelte forse sono reazioni ad eventi non capiti, analizzati e rielaborati, che hanno segnato profondmente le loro vite. Agghicciante, non lo rileggerei perchè "è tanto" per me ... ma sono contenta di averlo letto, come madre mi ha fatto pensare.

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