Non è così.
Premesso che la cultura umanistica del liceo classico è quella che differenzia e porta ai primi posti nel mondo (non sto esagerando) la scuola secondaria italiana (non si direbbe ma è così, riforma Gelmini permettendo...), voglio raccontare la mia esperienza e quello che ne ho imparato su questo indirizzo di studi.
Io ovviamente ho fatto il classico. Poi, all'università, ho preso una facoltà scientifica (architettura), trovandomi a studiare analisi matematica, statica, scienze e tecnica delle costruzioni, fisica tecnica e impianti oltre agli esami di disegno e progettazione e varie altre materie di questo tipo. Non ho mai avuto nessuna difficoltà, anzi spesso mi trovavo meglio dei miei compagni che invece partivano dall'aver studiato meglio proprio quelle materie.
E vi spiego il perché.
Non perché fossi un genio e gli altri no: semplicemente, pur essendo una "tabula rasa" in quelle materie, avevo però acquisito a scuola una capacità di fronteggiare qualsiasi argomento, anche i più ostici. Ancora oggi nel mio lavoro (e nella vita...) cerco di affrontare qualsiasi situazione con la stessa capacità. Studiare la cultura dell'antica Grecia e poi quella dei Romani consente di avere una base, un background culturale, un rapporto con la nostra storia, che nessun altro possiede al mondo. Affrontare una lingua come il greco antico, la lingua di Socrate, Aristotele e Platone, consegna ai ragazzi gli strumenti per affrontare la vita, anche se di matematica ne sanno qualcosa in meno (ma dopo c'è sempre tempo per impararla).
Il Liceo Classico forma l'individuo, e questo, soprattutto oggi, ha un valore inestimabile.
Senza nulla togliere agli altri indirizzi liceali.
Socrate